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Associazione Nazionale fra Pensionati ed Esodati della Banca Commerciale Italiana - ANPECOMIT
COMUNICATO N. 15 DEL 7.7.2013
pubblicato il 07/07/2013

Comunicato n. 15 del 7 -7-2013 – Fondo Pensioni Comit – il grande inganno, la beffa comunicativa e l’accanimento giudiziario
Carissimi soci,  in queste ore stanno pervenendo, firmate dai tre  Liquidatori per conto del Fondo in Liquidazione, le  preannunciate lettere datate 21 giugno ai  soli soggetti considerati soci dal Fondo stesso.
Prima precisazione: sono considerati soci, e quindi  stanno ricevendo le lettere: - i pensionati ante 98 diretti e di reversibilità , - i colleghi che al 1.1.2005 erano in servizio “attivi”, anche quelli che nel frattempo sono usciti , - i pensionati 98/99 diretti e di reversibilità, - e coloro ( e rispettivi eredi)  che considerati alla stregua degli “attivi” sono usciti dalla banca negli anni dal 2000 al 2002 optando per la pensione del Fondo, anziché per lo zainetto;  non sono considerati soci,  e non riceveranno alcuna lettera: - coloro che sono usciti in esodo o obbligato (licenziati) o  cosiddetto volontario negli anni 2003 e 2004, -coloro che sono usciti dalla banca negli anni dal 2000 al 2002 ma  che optarono per lo zainetto e non per la pensione del Fondo.
Seconda precisazione:  ai fini della ripartizione delle plusvalenze realizzate in sede di vendita all’asta del patrimonio immobiliare e parliamo a questo punto  di  oltre € 525 milioni (e non solo del residuo attuale da distribuire – avendo nel maggio  del 2008 distribuito un acconto -  di circa 360 milioni  al lordo di accantonamento  per il noto contenzioso relativo alla supposta elusione fiscale in solido fra Fondo e Beni Stabili spa di oltre 116 milioni di € in corso di giudizio in Cassazione), il Fondo ha definitivamente deciso di fare terra bruciata dell’Accordo Unp/Anpecomit del 12-7-2010  che mediando le contrapposte richieste avrebbe posto fine in bonis alla  triste e dolorosa vicenda. 
A nulla valgono le puntualizzazioni mielose e narcotizzanti intese a sottolineare e enfatizzare illusorie aspettative discendenti  dall’ipotesi che forse, chissà, può darsi che  in sede  di deposito  “lo Stato Passivo  (i cui redattori  sono sempre i tre Liquidatori!!!) potrebbe subire delle modifiche rispetto alle comunicazioni inviate ex 207 L.F., soprattutto se venissero accolte istanze o osservazioni” . I redattori delle lettere, ove non si fa alcun accenno all’Accordo Unp/Anpecomit e che anzi hanno scritto ai Sindacati NO all’Accordo come da nostro precedente comunicato, potrebbero alla fine prendere in considerazione alcune istanze o osservazioni? Ma chi ci crede? L’Anpecomit voleva e vuole l’applicazione integrale dell’Accordo  PER TUTTI (quelli inseriti nel “Librone” parliamo di oltre 4700 colleghi chiamati “ nuovi beneficiari”)  e non per alcuni. Sia chiaro! Su questo punto non ci sono alternative e/o scorciatoie! Perché il Fondo non dichiara subito che lo Stato Passivo recepisce interamente l’Accordo Unp/Anpecomit? Lo poteva fare, lo può fare. Perché non lo fa?
In conseguenza delle assurde e  a nostro avviso definitive decisioni  lo Stato Passivo del Fondo  che verrà, pare a fine settembre, depositato  in cancelleria del Tribunale di Milano  prevederà di: 
-        distribuire il residuo delle plusvalenze ( si cercherà così di convalidare il parziale riparto del maggio 2008)  solo ai colleghi ante 98 (che è dovere ricordarlo non furono penalizzati di 1€ nell’operazione salvataggio del Fondo a fine 99, e pertanto  esclusi dai fini risarcitori dell’art.27) e ai colleghi “attivi” e considerati tali.
  Ciò secondo il progetto, da noi sempre avversato,  che risale ai primi del 2005, quando si  decise (ipse dixit, come vedremo ), senza la necessaria e doverosa opposizione dei Sindacati di considerare inoperante l’art 27 (nato per risarcire tutti coloro che a fine 99 furono obbligati a PAGARE un prezzo salato  di circa 650 MILIARDI di Lire  per salvare il Fondo dal dissesto imminente , quello vero ed evitato di allora e non questo finto fallimento  dei giorni d’oggi). Prezzo equivalente  per tutti alla riduzione iniziale  del 25,70% (riparametrazione) della posizione previdenziale e per la categoria degli zainettati non esodati  e esodati dal 2000 al 2004 equivalente ad una ulteriore riduzione variabile da  circa il  10 ad oltre il 25% (riproporzionamento).

Ecco la frase dell’ipse dixit  inserita a pag. 19 del bilancio al 31.12.2004,   ricevuto verso metà 2005: “A far data dal 1°gennaio 2005, stante la situazione di liquidazione del patrimonio complessivo dell’Ente, risultano superate le disposizioni previste negli art.25 e 27 dello Statuto, e l’intero realizzo del patrimonio immobiliare sarà imputato in proporzione fra tutti i Partecipanti (attivi e Pensionati) alla Gestione Vecchi Iscritti”.

-        di ESCLUDERE pertanto dal risarcimento del 25,70% i colleghi del 98/99, in numero di oltre 1200, e dal maggiore risarcimento  i colleghi zainettati esodati del 2003/2004, anticipati e ceduti oltre 2500 e i colleghi zainettati dal 2000 al 2002 oltre 1000.
-        di ESCLUDERE questi ultimi anche dal  risarcimento forfettario e parziale, in alcuni casi molto molto parziale,  al quale si erano adeguati sulla base dell’Accordo Unp/Anpencomit, sostenuto al 95% anche dai pensionati ante 98 che volontariamente e solidaristicamente hanno condiviso la transazione.
 
Precisate queste poche cose, che ci vediamo costretti a ripetere a beneficio di tantissimi  colleghi che avendo trascurato o sottovalutato la vicenda ancora non hanno  afferrato bene i termini del problema, la nostra Associazione in netto contrasto con quanti ancora insistono e si attardano a raccomandare atteggiamenti accondiscendenti e non reattivi nei confronti del Fondo, dà attuazione ad una serie di iniziative volte a contrastare l’avverarsi di una soluzione che definire INGIUSTA, OFFENSIVA, ARBITRARIA INCOMPRENSIBILE, ASSURDA, INACCETTABILE, IMMOTIVATA, è poca cosa. Chi vuole, chi si sente tradito nelle legittime aspettative, chi si sente intaccato profondamente nei propri diritti aggiunga o modifichi   aggettivi e avverbi come  ritiene opportuno.
L’Anpecomit e i suoi soci avevano deciso, non facendone mistero,  che avrebbero REAGITO nella non auspicabile e infelice ipotesi che il Fondo, facendo carta straccia dell’Accordo del 12-7-2010, insistesse  e definisse come sta facendo, il suo progetto  totalmente elusivo dell’art 27.In pratica non risarcendo chi s’era sacrificato  nell’interesse di tutti.
La nostra reazione, al di là di un severissimo giudizio sulle capacità, sul buon senso e sulle doti di equanimità degli attuali responsabili del Fondo e delle Fonti Istitutive (Banca e Sindacati) , a nostro avviso in situazione di conflitto d’interessi e di non imparzialità, consiste nelle seguenti azioni:
 
-         ricorso per accertamento, perché si accerti che il Fondo unitamente ad Anpecomit ed Unp è divenuto parte dell’Accordo orologi replica e conseguentemente ha assunto un preciso obbligo giuridico ad applicarlo. A tal fine come preavvisato nel precedente comunicato n. 14 il Prof. Pileggi, tramite il suo domiciliatario in Milano,  ha depositato in data 1/7 u.s., il documento che verrà discusso in 1° udienza  già fissata per il  prossimo 7 novembre alle ore 11. Il ricorso, da noi pubblicato con il comunicato n. 14,  a firma dell’Anpecomit  non ha inopinatamente avuto l’appoggio dell’Unp che, attraverso il suo Segretario Rinaldo Cobianchi, sempre coerente e leale sul tema,  (poi all’improvviso  sconfessato da Cerri & c.)  aveva firmato la precedente diffida. Unp  che comunque per iscritto sostiene che l’Accordo è l’unica strada possibile per definire la questione evitando  o riducendo quasi a zero il conflitto.  In CONTRASTO con la motivazione inverosimile, assolutamente infondata e fantasiosa  del Fondo che ha messo nero su bianco che l’Accordo non va più bene  perché non sarebbe  in grado di ridurre il contenzioso, ma che addirittura lo aumenterebbe!!!.
-        ricorso  in fase di stesura e di imminente presentazione, a firma di centinaia di colleghi  per chiedere la ricusazione/revoca degli attuali Liquidatori per diversi motivi, alcuni dei quali prima accennati
-        approfondimenti e valutazioni in corso e conseguenti decisioni  sulla clamorosa e intollerabile (visto anche il cestinamento dell’Accordo transattivo Unp/Anpecomit del 12-7-2010)  ELUSIONE dell’art 27 per le attuali plusvalenze  (per l’intera cifra di oltre   € 525 mln e non solo per il residuo da distribuire) , ed anche per le plusvalenze, non considerate tali, relative al periodo dal 2000 al 2004 per altra interessante cifra, come identificato e quantificato  da alcuni colleghi in oltre ulteriori 225 milioni di €.
-        approfondimenti  e valutazioni  sulla mai chiarita questione del contenzioso fiscale con l’Agenzia delle Entrate di Rho per l’ipotesi (lo sostiene l’Agenzia e l’Avvocatura di Stato)  di ELUSIONE fiscale per la cifra di oltre € 116 milioni e sul merito delle responsabilità conseguenti. Ricordiamo che il Fondo sostiene che nell’ipotesi di sconfitta finale in Cassazione dovrà pagare l’acquirente Beni Stabili , che a sua volta sostiene l’esatto contrario.
-        “risollecitare per quanto possibile la causa  (assistita e finanziata dall’Anpecomit) pendente in Cassazione  dal 25/9/2008,  difesa dagli Avv. Manfredo Lavizzari e Antonio Pileggi, promossa da 144 pensionati 98/99 contro il mancato recupero del taglio del 25,70%  e la mancata applicabilità dell’art.27 che, ricordiamo  fu vinta in 1° grado e persa in appello.
 
Alcune istruzioni operative:
-        chi ha ricevuto la lettera del Fondo, pensionato ante 98 e “attivi” o considerati tali,  deve naturalmente  verificare che le cifre indicate corrispondano a quanto a suo tempo loro comunicato e non fare nient’altro che comunicare  in risposta al Fondo un indirizzo di PEC posta elettronica certificata, come richiesto. Poteva  il Fondo evitare di  insistere  su questa storia della PEC, che sta letteralmente mandando in apprensione e confusione migliaia di anziani e ricorrere all’alternativa della solita raccomandata?
 A tal fine i nostri soci se vogliono possono comunicare  la nostra PEC:  anpecomit@pec.it   e quando noi dovessimo ricevere posta dal Fondo per loro provvederemo a girarla sull’indirizzo email del socio a noi noto. Se il socio non ha un normale  indirizzo email,  a cui noi far girare la posta certificata del Fondo a lui diretta, non utilizzi la nostra PEC, perché non saremmo poi in grado di informarlo correntemente e velocemente.  Chi  si avvarrà della nostra Pec la dovrà comunicare  direttamente scrivendo con lettera racc a/r al Fondo in risposta alla sua richiesta appena ricevuta, e per conoscenza via e-mail a noi all’indirizzo: anpec1@tiscali.it .
-        chi 98/99 ha ricevuto la lettera ed è già ricorrente con noi e con il Prof. Pileggi, preso atto delle cifre, non deve fare niente altro , sempreché ci abbia già inviato (cosa che hanno fatto quasi tutti) le procure richieste, perché ci stiamo  pensando  noi a presentare a giorni, e comunque prima dei 15 giorni previsti,  in risposta alla lettera del Fondo  appena pervenuta,   l’istanza di inserzione del credito e successivo eventuale ricorso giudiziario compreso il domicilio PEC presso il Prof. Pileggi.
-        chi non era ricorrente con noi, socio o non socio (ma se non socio e desidera avere la nostra assistenza e quella del nostro legale dovrebbe prima aderire all’Associazione)  o ci ha  già inviato le procure e i dati necessari  ( e  noi abbiamo già inoltrato la sua istanza  fra le centinaia già inoltrate nei giorni scorsi e prima della scadenza prevista, domiciliazione della PEC compresa)  oppure  lo fa adesso richiedendoci di intervenire tardivamente. Intervento che noi cureremo, visto che il Fondo ha scritto che i termini di 60 gg dalla pubblicazione in GU (2/5 ) non sono perentori, ma  a rischio del collega richiedente per un eventuale diniego sul punto da parte del Fondo. Naturalmente per esigenze legate alle vacanze ed alla chiusura dell’ufficio non saremo in grado di “lavorare le richieste che ci dovessero pervenire oltre il 25/ 7.  L’ufficio riapre il 9/9 ma dopo quella data anche stando alle indicazione del Fondo non dovrebbe essere più possibile inoltrare richieste tardive.
 
Chiudiamo  ribadendo che l’Anpecomit non lascerà niente di intentato in tutte le sedi legittimate  e metterà a disposizione tutte le sue risorse  per impedire che le residue somme si distribuiscano in eccesso a favore di chi nulla  ha pagato e in riduzione e/o esclusione di chi invece ha già dato tanto.
Vi terremo aggiornati e piano piano cercheremo di inviare a ciascuno di voi il testo della propria richiesta di insinuazione credito. Ci vorrà tempo perche si tratta di inviare singole  e-mail x e-mail, al fine di preservare la privacy di ciascuno.
 
Un caro saluto a tutti.  E per chi può buone vacanze.
Antonio Maria Masia
Presidente Anpecomit
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NB: Respingiamo in toto il “racconto  e le letture”del Fondo contenute  sul bilancio appena pervenuto al 31.12.2012 alle pag. 4, 5, 6,7 in merito alla vicenda,   richiamandoci a quanto già da noi pubblicato con il nostro comunicato n. 5 del 26-4-2013 contenente anche le valutazioni del nostro legale Pro. Pileggi, pubblicato nel n. 21 di NoiComit dell’aprile 2013.rnorologi da uomo www.reeftiger.it