pubblicato il 20/06/2013
Comunicato n. 14 del 20-6-2013 - Fondo Pensioni: NO definitivo dei Liquidatori all’ACCORDO Unp/Anpecomit e l’assurda motivazione!
La REAZIONE dell’Anpecomit e dei colleghi ESCLUSI: -Ricorso per accertamento validità dell’Accordo- Ricorso per Ricusazione/Revoca dei Liquidatori.
Con lettera dell’11-6-2013 (vedasi all.1) il Collegio dei Liquidatori ha informato tutte le Organizzazioni Sindacali e la Banca Intesa San Paolo (in pratica le Fonti Istitutive) che,
- “ in vista della predisposizione dello Stato Passivo, i Liquidatori hanno tenuto come riferimento i criteri di ripartizione decisi a suo tempo dal Consiglio di Amministrazione del Fondo.
Allo stato quindi non si sono prese in considerazione le rettifiche operabili alla luce dell'accordo UNP/ANPEC poiché negli incontri e contatti sin qui avuti, non è risultato con chiarezza che questa fosse una via di sicura riduzione del contenzioso e di più pronta liquidazione”.
Due espressioni per dire definitivamente NO alla soluzione transattiva Unp/Anpecomit, firmata dalle due Associazioni il 12-7-2010. Tre anni fa! Soluzione sollecitata, sostenuta e referendata, come sappiamo dai Liquidatori stessi.
Due espressioni che NON ACCETTIAMO che non Maglioni uomo ACCETTEREMO MAI, e che ci obbligano a REAGIRE con tutte le possibilità che offre la legge ai veri creditori delle enormi cifre in ballo, che si vogliono invece destinare diversamente, ad arbitrio dei Liquidatori e delle Fonti Istitutive, secondo criteri ingiusti e non rispettosi di quanto prevedono il BUON SENSO e lo STATUTO vigente del Fondo Pensioni nel suo ART.27, di cui chiediamo ora la puntuale e completa applicazione, a partire dalle plusvalenze realizzate sulle vendite dei cespiti del Fondo dal 1.1.2000 e sino alle plusvalenze massicce realizzate in asta nell’aprile 2006, contabilizzate a ritroso al 31.12.2005.
DUE espressioni motivate con l’argomentazione assurda e in netto contrasto con la realtà dei fatti che tutti conosciamo.
Non è infatti vero che l’Accordo Unp/Anpecomit “non sia una via di sicura riduzione del contenzioso e di più pronta liquidazione”, come affermano i Liquidatori.
Con chi, e attraverso quali “contatti e incontri” avranno tratto e condiviso la convinzione di cui sopra è un mistero. L’Anpecomit, ad esempio, dall’11.11.2011 ( e pensiamo anche l’UNP nella sua versione ufficiale) non ha più avuto alcuna possibilità di incontro con i Liquidatori per responsabilità degli stessi.
E’ vero e ben documentato il CONTRARIO. Vedasi anche il ricorso del Prof. Pileggi in allegato sub 3, a pag. 11 e 14 i riferimenti alla lettera del Fondo.
C’è la storia di questi ultimi tre anni. C’è stato un referendum, voluto dal Fondo con il sistema del silenzio assenso e rivolto a circa 10000 persone interessate, che ha registrato l’eccezionale parere favorevole del 95%. C’è stata la dichiarazione delle Associazioni a ritirare in caso di applicazione dell’Accordo TUTTE le cause in corso. Ci sono state centinaia e centinaia di lettere inviate nel corso degli ultimi anni, in particolare nel 2013 dai pensionati di tutte categorie, compresa quella ante 98 che si vorrebbe privilegiare ma che in realtà si danneggia, per sollecitare a Liquidatori, Banca, Sindacati, Covip e Tribunale l’applicazione dell’Accordo. C’è anche, la lettera del 12 c.m. dell’Unp, all n. 2, (che pur avendoci lasciati soli nell’attuale ricorso per accertamento di cui in allegato n. 3, ed anche averci inopinatamente criticato, per il nostro atteggiamento, considerato offensivo ed ingiurioso nei confronti dei Liquidatori) scrive ai Liquidatori stessi : per parte nostra non abbiamo alcun dubbio che l’applicazione delle cifre risultanti dal noto Accordo tra Unp ed Anpec eliminerebbe la maggiore parte, se non tutte, le possibili contestazioni”.
Questo a dimostrazione contraria, ove ce ne fosse necessità, che la motivazione assunta dai Liquidatori e comunicata alle Fonti è pretestuosa, priva di fondamento e di buon senso.
Naturalmente non condividiamo la sollecitazione soffice, tardiva, priva di efficacia, un batuffolo di cotone, che nella stessa lettera l’ UNP rivolge ai Liquidatori affinchè si tenga conto di fare presente “ in ogni caso al Giudice” la soluzione dell’Accordo”.
Ma forse il 12 l’Unp non conosceva ancora la comunicazione dei Liquidatori alle Fonti del giorno prima.
Detto quanto sopra e per farla breve:
L’Anpecomit dal 12.7.2010, malgrado le improvvide e indelicate accuse rivolteci di essere degli irresponsabili “guerrafondai” (in particolare rivolte al nostro Presidente e al Segretario Unp Cobianchi sempre leale e coerente sul tema) e di essere di conseguenza i responsabili della ritardata definizione della vicenda, non ha fatto il benché minimo ricorso contro il Fondo e/o i Liquidatori.
Abbiamo solo esercitato la doverosa difesa con la diffida del 17-10-2012, assieme a Unp, intesa sempre e solo a far applicare l’Accordo, e i controricorsi ai ricorsi giudiziari in appello e Cassazione impostici dal Fondo).
Abbiamo aspettato con pazienza e fiducia (mai eccessiva e immotivata come taluni) che il Fondo si decidesse a percorrere la via transattiva dell’Accordo, l’unica veramente in grado di chiudere in pace e in fretta la questione.
Il Fondo ci ha ignorati, prorogando nel tempo la sua decisione alla ricerca di una sentenza a lui favorevole, peraltro mai ottenuta nei tre gradi di giudizio verificatisi.
Dobbiamo censurare anche il comportamento delle Fonti: la Banca Intesa, grande di numeri ma al contempo piccola di attenzione e sensibilità nei confronti dei suoi ex collaboratori in quiescenza, che “ponzio-pilatescamente” non ha mai risposto alle nostre istanze, le Organizzazioni Sindacali, a parte Fabi di Parma e di Roma e Sinfub, che avrebbero dovuto operare a favore dell’Accordo, che non toglieva 1 € agli attivi (quelli in banca al 1.1.2005), e non prestare, da neutrali (?), il fianco all’ipotesi tardiva, attribuitagli dai Liquidatori, circa una probabile attivazione anche giudiziaria dell’art 27. Noi abbiamo sempre ritenuto che questa ipotesi, più di una volta profilataci dal Fondo, fosse strumentale (una pistola scarica) finalizzata a pre-dimostrare che l’Accordo non era per niente “pacificante” senza l’adesione sindacale.
Da parte nostra abbiamo sempre osservato fausse sacoche de luxe e to che mai i Sindacati avrebbero rimesso in discussione il sostegno da loro dato al Fondo quando nel giugno del 2006 deliberarono, insieme, incredibilmente e ingiustamente, di dichiarare inoperante l’art. 27 su motivazioni assurde, autentici fumi giuridici difficilmente sostenibili. Su questo punto fondamentale, di cui occorrerà ora ridiscutere s’è costruita la grande beffa: NIENTE a coloro che pagarono alto prezzo per salvare il Fondo, TUTTO a coloro che invece non pagarono niente!
INACCETTABILE!
I pensionati ante 98, che si sono dichiarati responsabilmente al 95% a favore dell’Accordo, e quindi disponibili ad incassare un po’ di meno di quanto invece i Liquidatori vogliano loro assegnare, alla fine verranno, purtroppo e nostro malgrado, penalizzati dalle infelici scelte, perché la nuova e inevitabile conflittualità, stuzzicando l’egoismo di taluni, allontanerà il loro incasso e ne metterà in dubbio il quantum.
Ora la nostra benevola attesa si è consumata nella irresponsabile e conflittuale decisione dei Liquidatori, le cui ragioni ci appaiono davvero incomprensibili. Scegliere di alimentare la conflittualità dura e irriducibile, lunga e costosa, tranne che per costosissimi legali e consulenti vari, al posto di una soluzione in bonis, condivisa quasi all’unanimità, che comportava un passo indietro per tutti nel nome della giustizia, dell’equità e della solidarietà fra colleghi, è veramente inspiegabile.
Da parte nostra ci stiamo predisponendo:
- per presentare, prima di fine mese ai Liquidatori, incaricati, “in conflitto di interessi”, a nostro avviso, di predisporre lo stato passivo, le centinaia e centinaia richieste di insinuazione credito pervenuteci e che ci stanno pervenendo da parte di tutti i nostri soci ESCLUSI già ricorrenti, e anche soci non ricorrenti, tramite il legale dell’Associazione Prof. Pileggi. Insinueremo per la maggiore cifra risarcitoria dovuta ex art. 27 e non per la cifra minore dell’Accordo per la quale si dichiara comunque l’accettazione in subordine, in coerenza con il successivo punto,
- per presentare entro questa settimana un ricorso giudiziario, a firma della sola Anpecomit, ove sosteniamo il vincolo contratto dal Fondo sull’Accordo Unp/Anpecomit, e il conseguente suo obbligo ad applicarlo, vedasi all. 3. Converrà a favore di questo ricorso l’Unp? Che firmò con noi la diffida che il ricorso stesso richiama e prosegue?
- per presentare a brevissimo un’ istanza per la Revoca/Ricusazione dei Liquidatori, chiesto d’iniziativa da diversi colleghi, e che ha visto in questi giorni il rilascio di oltre 700 procure speciali all’uopo, a firma di colleghi di tutte le categorie.
Questi Liquidatori che sono gli stessi amministratori che hanno posto in scioglimento il Fondo (e ricordiamo: non c’erano i presupposti e non c’è stato il coinvolgimento dei soci), che sono gli stessi che hanno redatto un piano di riparto “di tipo fallimentare”escludendo alcune categorie a vantaggio di altre, che sono gli stessi ora incaricati di fare lo stato passivo, non ci appaiono più né credibili nè sereni, né al di sopra delle parti.
- Ricusiamoli! Vogliamo dei terzi che leggano e valutino con distacco e pazienza anche le nostre ragioni!
I soci pensionati ante 98, i 98/99 e gli attivi stanno per ricevere la lettera del Fondo con la comunicazione della cifra finale iscritta per loro allo stato passivo. La controllino, verifichino e se occorre ci facciano sapere. La nostra Pec – posta ufficiale elettronica è a loro disposizione. E ricordiamolo siamo sempre a disposizione con tutte le nostre disponibilità di mezzi e risorse anche dei colleghi che a suo tempo non hanno revocato i tre legali da noi sfiduciati.
Appena avremo notizie dai 98/99 inoltreremo anche le loro richieste di insinuazione, adattandole a quanto verrà loro comunicato.
Un caro saluto a tutti, e non facciamoci impressionare sia da coloro che senza mai motivare ritengono inopportuno presentare ricorsi e quant’altro che disturbi i Liquidatori, e sia da coloro che ci accusano di bloccare tutto. Domandiamoci e domandiamo loro: dovrebbero i totalmente ESCLUSI assecondare e accompagnare dolcemente e inerti questa squallida e incredibile procedura pseudofallimentare fino alla conclusione perversa dell’iniqua e ingiusta distribuzione delle residue risorse loro dovute (come sancito dall’art 27 e dal buon senso) in quota parte a risarcimento del danno subito? Accettare passivamente il mancato riconoscimento delle loro legittime aspettative e dei loro diritti?
Un caro saluto a tutt
Antonio Maria Masia - Presidente Anpecomit - Roma 20-6-2013
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