pubblicato il 24/10/2012
Comunicato n. 18 del 24-10-2012
-precisazioni sulle note del Fondo circa l’udienza di Cassazione.
-precisazioni del Prof. Pileggi che pubblichiamo a sua richiesta, in merito al comunicato sul tema del Sig. Esposito a nome dell’Associazione Amici Comit Piazza Scala ed apparso sul sito omonimo, vedasi in fondo.
Da parte mia (era presente anche per la nostra Associazione il segretario e vicepresidente Pino Cortese) aggiungo subito, su questo punto, che tra le cose irreali riferite, tipo questa: A parte qualche inopportuna e infondata accusa del Sig. Masia all'Ing. De Sarlo (liquidatore del Fondo), preciso che nessuno ha visto in sala l’Ing. De Sarlo e che il sottoscritto s’era limitato, usando gli stessi toni altini del Liquidatore Andrea Baccherini, (con il quale poi ci siamo riconciliati, in piazza Cavour di fronte al “Palazzaccio”), a respingere l’accusa rivoltami di essere colui che ritardava la liquidazione del Fondo.
E’ vero, lo ammetto, mi oppongo, e mi opporrò sempre alla LORO liquidazione!
Ho voluto, cercato e firmato con Unp l’ACCORDO al quale ovviamente non mi oppongo e non mi opporrò.
Cari soci,
a proposito della nota del Fondo circa l’udienza in Cassazione:
1) detta dal Fondo: Il Fondo ha chiarito che l’esigenza prioritaria è avere una cornice procedurale chiara e unitaria, che consenta di poter rapidamente procedere a ulteriori erogazioni agli aventi diritto.
2) nostra precisazione: praticamente l’esigenza primaria del Fondo è quella di risolvere la vicenda in Tribunale con una sentenza, ed allora chiediamo: perché ha chiesto pressantemente a Unp e Anpecomit di trovare un’intesa sui criteri di ripartizione, a partire dal 6-10-2009? Se in fondo, il Fondo, aveva la precitata esigenza prioritaria,che chiede addirittura alla Cassazione di soddisfare, perché ci ha fatto lavorare a vuoto e creato aspettative in persone non fresche di età?
3) detta dal Fondo: si è quindi chiesto (il Fondo) di respingere i ricorsi delle controparti che vorrebbero invalidare tutta la procedura – quei ricorsi che hanno costretto i Liquidatori a questa ulteriore fase processuale – aprendo lo spazio a innumerevoli giudizi in forma individuale sparsi in tutta Italia (cause fra loro non coordinabili come tempi né come esiti su un unico patrimonio da distribuire, dilatando la liquidazione per decenni)
4) nostra precisazione. No! non si riferisce così la verità temporale e sostanziale. Si insiste nel voler ribaltare ruoli e responsabilità. E’ il Fondo che ha chiesto, portandoci in Cassazione (noi siamo contro ricorrenti e parte vincente in 1° e 2° grado – ove infatti è stato dichiarato NULLO il Piano di riparto originario del Fondo, e quindi perché mai interessati a ricorrere in Cassazione?) di ritenere valido quel piano di riparto da noi e altri opposto. Chi ha chiesto di invalidare tutta la procedura? Non Noi. L’ha chiesto, ribadendolo anche in udienza l’Avv. Centofanti per i suoi assistiti, che su questo punto specifico della “legittimità della procedura” era stato soccombente in Appello ed al quale il Fondo aveva notificato nel luglio 2011 la sentenza allora appena sfornata. E Centofanti aveva risposto, per difesa, ricorrendo in Cassazione. Perché parlare quindi genericamente di quei ricorsi che “hanno costretto i Liquidatori a…? Non ci si attribuisca, per favore e per rispetto, responsabilità che non ci competono in questa fase. I nostri ricorsi precedenti erano del tutto difensivi e obbligati rispetto ad una iniqua decisione del Fondo a liquidare le plusvalenze solo ad alcune categorie e non altre. Non è bene confondere le cose ed i tempi.
5) detta dal Fondo: Il Fondo si è anche espresso a favore della possibile - rapida e auspicabile - soluzione della complessa vicenda liquidatoria/ripartitoria, qualora la Corte di Cassazione non ritenesse nullo il Piano di Riparto e considerasse utilmente applicabili le integrazioni apportatevi dall’Accordo raggiunto il 12 luglio 2010 fra opposte Associazioni di Pensionati.
6) nostra precisazione: Notare l’espressione iniziale , si è anche…, per sottolineare anche. Significa infatti evidenziare la grande contraddizione del Fondo: da una parte comunica ai “credenti” che, bontà sua, chiede un supporto giuridico, in questo caso Supremo come la Corte a cui si rivolge, per l’Accordo Unp/Anpecomit, dall’altra, ed è la parte purtroppo prevalente, continua a riproporre a tutti i livelli il vecchio e iniquo piano di riparto originario (bocciato per 2 volte e speriamo per la terza, come da richiesta del Procuratore Generale). E per sovraccarico stavolta chiede alla Suprema anche l’imposssibile: cioè l’erga omnes!
7) detta dal Fondo: Su questo si è creata molta confusione per le spaccature in seno all’ANPEC e al suo collegio difensivo. Si è giunti al paradosso per cui i ricorrenti “ANPEC” hanno voluto evitare che la Cassazione decidesse di applicare al Piano di Riparto le modifiche portate dal loro Accordo: evidentemente hanno cambiato idea rispetto alla posizione che avevano assunto – insieme al Fondo e a quasi tutte le altre (contro)parti – in Corte d’Appello; inoltre adesso ANPEC minaccia ulteriori nuove cause, nel mentre da più parti si lamenta la numerosità di quelle già in corso.
8) nostra precisazione: Questo intervento del Fondo è veramente offensivo ed inaccettabile ed è un intrusivo messaggero di una comunicazione ulteriormente divisiva e distorsiva su campo altrui. Noi non abbiamo mai fatto presente o enfatizzato divisioni ed opinioni diverse che esistevano all’interno dei componenti il Consiglio del Fondo e/o invocato differenze di posizioni e di votazioni circa tutti i punti salienti della vicenda. Invitiamo pertanto i Liquidatori ad astenersi dall’invocare le spaccature all’interno dell’Anpec per giustificare la confusione e il cambio di atteggiamento altrui. Non continuate, Signori della Liquidazione, a fare i divisivi. Non è il caso, non è opportuno, non è da gestori di un patrimonio altrui. Ed a proposito del “paradosso”, occorre dire che di paradossale c’è solo il fatto che il Fondo, avendo prima sollecitato e pressato per l’Accordo che poi ha testato con il 95% di adesioni, chiede ora una sentenza giudiziaria sull’Accordo extragiudiziario, sentenza che valga per tutti, anche su coloro che non c’entrano (attivi) e su coloro (pochissimi) che si dichiararono in disaccordo. Dire che noi abbiamo cambiato idea è semplicemente allucinante. Comunque nessuno in buona fede ci casca! Noi vogliamo l’Accordo e su questo combatteremo la nostra battaglia sino alla FINE, attraverso tutti i sentieri legalmente percorribili. Sia chiaro a tutti.
E tra l’altro, a dimostrazione che non sono le divisioni in Anpec e fra legali ed ex legali Anpec ad ostacolare l’applicazione dell’Accordo, risulta sin quì che anche i nostri colleghi “oppositori” sono anche loro a favore dell’ACCORDO, non avendo sinora indicato alcuna soluzione alternativa.
Le nostre non sono “minacce”, sono solo le riaffermazioni di una linea coerente e giusta. Noi non abbiamo cambiato idea rispetto alla posizione che avevamo assunto – insieme al Fondo e a quasi tutte le altre (contro)parti – come dicono i Liquidatori. Ammettono forse di aver preso parte all’Accordo? Che lo eseguano allora. Noi abbiamo chiesto in primis ai tre Legali, che abbiamo revocato per non averci dato ascolto, insieme alla stragrande maggioranza del ricorrenti, di non presentare la richiesta di validità dell’Accordo in Cassazione (il ricorso incidentale, all’interno del quale comunque anche loro si dichiarano a favore dell’Accordo). Ed avevamo ragione, stando al parere del Procuratore Generale e al parere del nostro legale Prof. Pileggi, non era lì che si doveva combattere A FAVORE dell’Accordo.
Dire che siamo ora contrari a quello che rimane il nostro unico obbiettivo è veramente… basta cosi!
9) detta dal Fondo: Il Procuratore Generale si è espresso per la conferma integrale della decisione della Corte di Appello, chiedendo quindi di respingere sia i ricorsi principali che quelli incidentali.
10) nostra precisazione finale: finalmente la riferiscono giusta. Niente da aggiungere.
Aspettiamo sereni la sentenza.
Un caro saluto
Antonio Maria Masia
Presidente Anpecomit
NB:
ecco il comunicato del Sig. Esposito e a seguire la “risposta” del Prof. Pileggi (senza gli allegati cui fa riferimento in quanto pubblicati nel nostro comunicato precedente)
Cari Amiche ed Amici, ieri si è tenuta a Roma, presso la Suprema Corte di Cassazione, la prevista udienza per l'esame di ricorsi e controricorsi sulla questione del Fondo Pensioni Comit.
A parte qualche inopportuna e infondata accusa del Sig. Masia all'Ing. De Sarlo (liquidatore del Fondo), la seduta si è svolta regolarmente alla presenza di un buon numero di legali in rappresentanza delle parti (erano presenti, tra l'altro, gli Avv. Iacoviello, Fasano, Pileggi, Centofanti e Berti, per i ricorrenti e gli Avv. Ichino e Brugnatelli, per il Fondo). Per primo, ha voluto prendere la parola l'Avv. Pileggi che, insistendo su fatti non rilevanti e fuori luogo, è stato zittito dal Presidente del Collegio giudicante e invitato ad attenersi alla materia del contendere. Da quel momento silenzio assoluto.
L'orientamento che è emerso al termine del dibattito è quello di un possibile rigetto del ricorso del Fondo sulla validità del piano di riparto presentato, anni fa', al Tribunale di Milano e che la Cassazione possa fornire delle linee guida per la formulazione del piano di riparto definitivo.
Per avere un quadro perfettamente delineato è, comunque, necessario aspettare la pubblicazione della sentenza che potrebbe arrivare entro 60/90 giorni.
Un cordiale saluto,
Associazione "Amici Comit - Piazza Scala"
per il Consiglio Direttivo
il Presidente
Leonardo Esposito
18 ottobre 2012
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Dal Prof. Pileggi riceviamo e pubblichiamo
Non è la prima volta che il Sig. Leonardo Esposito, a me pressochè sconosciuto, mente sapendo di mentire, propalando pubblicamente marchiane falsità nel maldestro tentativo di screditarmi, oltretutto, per conto terzi, non essendo stato egli presente all'udienza presso la Corte Suprema di Cassazione, sulla quale si permette di relazionare travisando completamente quei fatti cui non ha assistito, ed ignorando proprio l'elemento più significativo ed interessante dell'udienza: le conclusioni del Procuratore Generale presso la Suprema Corte di Cassazioni, del tutto identiche alle conclusioni formulate dallo scrivente Avv. Pileggi e completamente difformi da quelle ostinatamente formulate dai tre avvocati, sfiduciati da ben 654 ricorrenti su circa 800, i quali hanno voluto presentare a tutti i costi, fausse nike pas cher e poi non ritirare, un ricorso incidentale di sconcertante inammissibilità perché vertente su questione (la vincolatività dell'accordo Unp/Anpecomit del 12-7-2010) del tutto estranea al giudizio ed affrontata in appello con un mero obiter dictum (come riconosciuto persino nella memoria finale del Fondo in Cassazione, nel quadro di un atteggiamento a dir poco ambiguo).
Le conclusioni del Procuratore Generale sono state le seguenti: rigetto del ricorso principale del Fondo e rigetto del ricorso incidentale proposto dagli Avv.ti Iacoviello, Civitelli e Fasano, in quanto avente ad oggetto una questione sopravvenuta (quella relativa alla vincolatività dell'Accordo) del tutto estranea a giudizio! Si confrontino queste conclusioni con quelle di cui alla memoria illustrativa dello scrivente Avv. Pileggi.
Asserisce il Sig.Esposito (cito testualmente) che "per primo, ha voluto prendere la parola l'Avv. Pileggi che, insistendo su fatti non rilevanti e fuori luogo, è stato zittito dal Presidente del Collegio giudicante e invitato ad attenersi alla materia del contendere. Da quel momento silenzio assoluto".
Nemmeno una parola, che sia una, risponde al vero.
L'Avv. Pileggi non è stato il primo a prendere la parola ma il terzo. Il primo a prendere la parola è stato l' Avv. Ichino, invitato più volte dal Presidente del Collegio a contenere drasticamente il proprio intervento e al quale non è stato poi consentito di replicare all'Avv. Pileggi, come aveva tentato di fare, perché le repliche in Cassazione sono vietate dall'art. 379, quarto comma, c.p.c. Il secondo a parlare è stato l'Avv. Brugnatelli senior. Il terzo a parlare (non il primo, a voler prendere la parola) è stato l'Avv. Pileggi, il quale ha parlato più di tutti ( circa otto minuti) e non è stato affatto "zittito" dal Presidente, con il quale ha anzi interloquito.
Mentre infatti spiegava le ragioni per cui riteneva che l'Accordo Unp/Anpecomit del 12-7-2010 fosse estraneo al giudizio, ed il ricorso incidentale sull'Accordo, in quanto vertente su un obiter dictum, del tutto inammissibile, e per questo aveva notificato atto di rinuncia a nome di 654 ricorrenti, il Presidente Cons. De Luca è intervenuto facendo capire chiaramente all'Avv. Pileggi che pure il Collegio era dello stesso avviso e considerava del tutto estraneo al giudizio ogni questione relativa all'Accordo sopravvenuto al giudizio, invitando l'Avv. Pileggi a procedere nella discussione che, pertanto, è proseguita per diversi minuti (altro che silenzio assoluto!).
L'Avv. Pileggi ha dunque in prosieguo fatto presente la contraddittorietà della posizione del Fondo che, da un lato, ed a parole, asserisce di volere l'attuazione dell'Accordo, pur ostinandosi ad asserire di non esserne parte e di volerlo attuare (si fa per dire) alla sola condizione (assolutamente irrealizzabile) che la Corte lo dichiari efficace erga omnes - ma - dall'altro lato - continua a chiedere che venga dichiarato efficace l'originario piano di riparto: quel piano di riparto del tutto superato dall'Accordo, con la conseguenza che l'Accordo avrebbe dovuto fare cessare la materia del contendere con riferimento al piano di riatto originario.
Ma perché allora il Fondo chiede ancora alla Corte in via principale di ritenere valido il piano di riparto originario? Mistero!
L'Avv. Pileggi ha concluso invitando la Corte a non esprimere alcun parere sull'Accordo e a non pronunciarsi sulla sua efficacia erga omnes (che ovviamente dovrebbe escludere), evitando così di dare al Fondo il pretesto per sottrarsi all'attuazione dell'Accordo (i legali del Fondo hanno dichiarato anche in sede di discussione davanti alla Suprema Corte che daranno attuazione all'Accordo solo se la Corte lo dichiarasse efficace anche nei confronti degli attivi e dei dissenzienti: è come se avesse ammesso di non voler attuare l'Accordo!)
Sono seguiti poi gli interventi degli Avv.ti Centofanti, Iacoviello e Berti.
Le conclusioni dello scrivente Avv. Pileggi sono state accolte, e fatte proprie, come detto, dal Procuratore generale della Suprema Corte di Cassazione: conclusioni sulle quali ha preferito tacere il Sig. Esposito nel suo messaggio di disinformazione pilotata.
Allego testo del mio intervento davanti alla Suprema Corte di Cassazione e della diffida già inviata al Fondo per l'attuazione dell'Accordo.
Mi riservo di agire in sede sia penale che civile nei confronti del Sig. Esposito, per le menzognere ed offensive espressioni propalate contro il sottoscritto.
Avv. Antonio Pileggi
Via Chiana 48 – Roma